Sono tante le band che hanno tentato di raggiungere livelli simili di brutalità e intransigenza, ma ogni qualvolta esce un nuovo album dei Cattle Decapitation il primo pensiero va proprio alla concorrenza ed al senso di rassegnazione che è costretta costantemente a provare. Anche stavolta, ‘Terrasite’ non aggiunge niente alla discografia degli americani, non propone nulla di innovativo in termini stilistici e soprattutto non si allontana minimamente dal materiale degli ultimi anni, ma in quanto a brutalità – perdonate la ripetizione ma non esiste un sinonimo della stessa valenza – non è secondo a nessuno. Il successore di ‘Death Atlas’ segna un ritorno alle origini pur riprendendo le sue atmosfere. Il risultato è un coacervo di metal estremo, epico e tecnico da morire (Josh Elmore e David McGraw sono dei mostri c’è poco da fare..), col quale un cantante come Travis Ryan non può che divertirsi come un matto. La produzione non si è spostata di mezzo centimetro e non solo perché la responsabilità dei suoni è stata affibbiata ancora a Dave Otero (Cephalic Carnage, Allegaeon). I suicidi di Gabe Serbian e Trevor Strnad (The Black Dahlia Murder) hanno reso più cupe le liriche e pezzi come ‘Just Another Body’ e ‘We Eat Our Young’ danno la misura di quanto ci credano ancora gli autori di ‘Humanure’, ‘The Harvest Floor’ e ‘Monolith Of Inhumanity’.