Il supergruppo death grind di base messicana ha ormai diversi full lenght e EP alle spalle e un’attività che procede spedita dalla fine degli anni ‘80. Nel corso del tempo musicisti come Jeff Walker (Carcass), Dino Cazares (Fear Factory, Asesino), Bill Gould (Faith No More), Adrian Erlandsson e Raymond Herrera hanno mollato ma John Lepe (Juan Brujo), Pat Hoed (Fantasma) e soprattutto Shane Embury (El Hongo) hanno portato avanti il progetto con dignità e risolutezza. ‘Esto Es Brujeria’ è un album che segna un ritorno alle origini, se non tanto nei suoni o nella produzione, quanto nell’attitudine. Sicuramente più punk. Sono trascorsi sette anni da ‘Pocho Aztlan’ ed alla batteria troviamo sempre l’ex Cradle Of Filth Nicholas Barker (Hongo Jr.) che è sempre un bel sentire mentre Pinche Peach sbercia al microfono come se non ci fosse un domani. I testi affrontano temi disparati come la stregoneria, il narcotraffico o l’immigrazione, le registrazioni si sono svolte tra gli Stati Uniti, il Regno Unito ed il Cile e del mixaggio e del mastering si è occupato Sebastián Puente (Lock Up). In scaletta spiccano pezzi allucinanti come ‘El Patrón Del Reventón’, ‘Mochado’, ‘Testamento 3.0’ e ‘Cocaina’ che potrebbero benissimo fare al caso di Kurt Sutter per la prossima stagione di Mayans e poco importano le definizioni di genere o le classificazioni di merito perché ‘Esto Es Brujeria’.