Un debutto sorprendente quello del bassista di Alkaloid e Obsidious, anche su due dischi fondamentali per gli Obscura come ‘Akróasis’ e ‘Diluvium’, che ha portato avanti la sua personale visione di progressive death metal, indugiando più di quanto poteva fare in precedenza sulla materia classica che tanto gli sta a cuore. Le note del suo fretless bass sono grasse come nei migliori capitoli della sua discografia, ma in queste dieci canzoni viene lasciato grande spazio per permette alle melodie di respirare. Tra momenti frenetici ed altri estremamente rilassanti, creati ad arte con synth e assoli, la scaletta scorre con grande leggerezza, a dispetto dello spessore tecnico del materiale. Ogni canzone di ‘Tulpa’ approfondisce un diverso umanoide, caratterizzato da astuzia, abilità politiche o malvagità. La versatilità di Klausenizter fa il resto e va dato merito alla AOP Records, etichetta che può vantare nel proprio roster formazione come Heretoir, Harakiri For The Sky e The Circle, di aver creduto in questo artista fin troppo sottovalutato. Al contrario ‘Tulpa’ dimostra capacità compositive fuori dalla media e la lista dei crediti è spaventosa. Il solo di chitarra di ‘King Of Hearts’ è di Roland Grapow (ex-Halloween) mentre V. Santura (Triptykon) e Chris Hermsdörfer (Beyond The Black, Serenity) hanno impreziosito con la loro personalità rispettivamente ‘Sword Swallower’ e ‘Dig Deeper’. Il piano in tutte le canzoni è stato suonato da Vanesa Jalife, Javi Pereira (Obsidious) ha registrato le parti vocali ed un notevole contributo è arrivato pure da Ian Wave (Soreption), Aaron Homma (Annihiltator) e Hannes Grossman (ex-Obscura e Necrophagist). Quello che però poteva essere un esercizio di stile o un progetto da studio si è invece rivelato un disco strepitoso, per chi ama il lato più melodico del metal ma allo stesso tempo non disdegna divagazioni nel terrore e nel buio più completo.