Quando sono arrivate le prime news relative all’uscita di questo disco ammetto di aver pensato alla solita marchetta italiana. Una symphonic metal band supportata da una major mi appariva come qualcosa di post-apocalittico o distopico. Una roba alla Figli degli uomini, l’avvincente pellicola di Alfonso Cuarón con Clive Owen, tanto per intenderci. Poi ho ascoltato il primo singolo tratto da ‘Mask Of Broken Glass’ e ho percepito fin da subito le qualità di Vanna Basso, voce affatto banale e spettro di influenze che va ben oltre i rigidi canoni del genere. A quel punto ho iniziato ad incuriosirmi e le tinte gotiche del songwriting dei milanesi sono apparse sempre più distintive. Il pregio maggiore di questo debutto è di saper raccontare delle storie, a tratti pare quasi di sfogliare un libro di racconti di H.P. Lovecraft o Edgar Allan Poe, e di proporre solamente potenziali singoli. In scaletta infatti non c’è traccia di filler o riempitivi. Ogni pezzo è una bomba dark ed è strutturato per fissarsi nella testa di chi ascolta. Il riffin’ di Ivo Ricci, che ricordiamo nei Betoken, è devoto alla scena nordica ma il legame con il movimento heavy metal italiano è in ogni caso fortissimo. ‘Elizabeth Ann Short’, il cui video è stato girato nella Gran Loggia d’Italia A.L.A.M., riporta alla mente il noto caso di omicidio della cosiddetta Dalia Nera, mentre ‘Bloody Nightmare’ gode della produzione internazionale di Pietro Foresti (Down To Ground, Endless Harmony), e mostra al massimo il potenziale della formazione completata dal bassista Alex Raven (Betoken), dal batterista Edoardo Sala (Folkstone, Bardomagno, In.Si.Dia.) e dal chitarrista Michele De Ponti (Betoken). Alcune influenze sono dichiarate, per esempio quella di Rage e Lingua Mortis Orchestra, mentre altre emergono con il passare degli ascolti, eppure gli Ordahlia Nera non appaiono mai derivativi o scontati. Al contrario si approcciano al proprio pubblico in maniera originale – avrei evitato soltanto la cover di ‘The Look’ dei Roxette - e la sensazione è che ‘Mask Of Broken Glass’ sia solo la base su cui costruire un’architettura ambiziosa e duratura.