Fa ridere a scriverlo, considerato che la loro musica era alquanto desolante, ma i Siberia hanno rappresentato una delle poche luci in un panorama alternativo italiano desolante e totalmente oscurato dalla viltà e dall’ignoranza dell’industria discografica. Quando gli autori di ‘Si Vuole Scappare’ e ‘Tutti Amiamo Senza Fine’ si sono sciolti, non ero triste perché sapevo che Eugenio Sournia avrebbe intrapreso un percorso solista ancora più grande. Era nelle sue corde, lo si percepiva dal vivo e dalla lettura delle sue liriche, oltre che da una voce dalla profondità inaudita, che in pochi possono vantare. Sapevo che prima o poi sarebbe successo e quando ho avuto la possibilità di ascoltare nuovi pezzi come ‘Superwow’, non c’entrano i Verdena ma l’ego ipertrofico e pompato dell’autore, e ‘Dignità’, testo meraviglioso e cantato travolgente, sono rimasto estasiato. A donare ancora più forza al materiale ci ha pensato Emma Nolde, per chi scrive la più importante artista italiana degli ultimi anni con capolavori come ‘Toccaterra’ e ‘Dormi’ all’attivo, produttrice e amica, consigliera e probabilmente “spinta” a dare tutto e mettere più coraggio possibile in questa release. Il risultato è magnifico e l’unico difetto dell’EP, tutto in rigoroso bianco e nero, sta nella sua brevità. ‘Il Dolore E’ Una Porta’ traccia il legame più forte con i Siberia mentre ‘Scrivere’ e ‘Il Cielo’ - una sorta di preghiera, quasi una risposta e una via di fuga a tutti gli interrogativi e le cicatrici mostrate dagli altri brani - sono altri due apici di un approccio compositivo che prende spunto sia dalla scena indie che da quella cantautoriale, evitando di “citare”, come sarebbe lecito fare in occasione di un’opera prima, ma dimostrando una personalità e, appunto, una dignità di autore fuori dall’ordinario. In attesa della prima fatica su lunga distanza uno dei debutti dell’anno.