L’arte è bellezza e Sara non è soltanto bellissima. È una delle poche artiste italiane in grado di brillare di luce propria, senza doversi per forza aggrappare a generi o trend del momento. Ha saputo stupire prima con i Lady In The Radiator, vincitori del Rock Contest di Controradio, e poi in veste solista, e quest’album, raccolta di canzoni in italiano nate sotto la produzione artistica di Alessandro Fiori, la consacrano definitivamente a livello nazionale. La magia trasmessa durante le sue esibizioni dal vivo è racchiusa in una serie di tracce che riflettono simboli e oggetti piuttosto comuni, alcuni definiti come preziosi scrigni ed altri probabilmente senza reale utilità. Ad ognuno di essi gira intorno una storia, fatta di spiragli di luce come di atmosfere malinconiche e melodie oscure. Nella ‘Stanza’ di Sara troverete tanti elementi di condivisione, sospiri e sofferenze ma anche crescendo melodici che solo gli artisti di prima categoria possono permettersi. La registrazione ed il mixaggio sono stati curati da Emanuele Para e la chiusura si ispira alla Suite n.1 per Piccola Orchestra di Igor Stravinsky. Ogni titolo è scarno e essenziale, come un post-it scritto in fretta e furia, ma che può celare segreti profondi. Un lavoro totalmente indipendente che costringe a riflettere e compiere una ricerca introspettiva (‘Rive’) e che a tratti possiede la leggerezza di dischi in grado di muovere le masse (‘Animale’). L’elettronica ricopre un ruolo determinante per come sono costruiti e smussati gli arrangiamenti. É però la sua lunare voce a rendere quest’opera una vera gemma, da possedere e custodire gelosamente.