L’etichetta discografica che tra le sue fila vanta anche i nostri Klidas (andatevi a cercare il loro bellissimo ‘No Harmony’ se non lo avete già ascoltato..) oltre ai vari 65daysofstatic, And So I Watch You From Afar e Sleepmakeswaves, assicura un viaggio nel tempo con questo nuovo album del quartetto originario di Sydney, dedito ad un ibrido tra garage e alternative rock, che più evocativo non si può. Dopo aver ristampato l’omonimo esordio, Mike Solo si è fatto convincere da Alex Wilson, bassista-tastierista degli autori di ‘It's Here, But I Have No Names For It’, e ha riportato alla luce queste registrazioni risalenti al 2012, con divagazioni nel pop anni sessanta e stralci noise decisamente live-oriented. In poco più di venti minuti i super FLORENCE jam sapranno farvi credere di stare ascoltando un classico del rock di cui non vi ricordate il nome. I retaggi del passato sono parecchi (‘Hold’s Tight’ e ‘The Elusive Obvious’), ma il loro approccio è comunque personale (‘Haunted’) e se siete appassionati di musica australiana o neozelandese, vi assicuro che se ne potrebbe parlare per ore e il discorso non si riduce soltanto agli AC/DC, ‘60 Big Ones’ rappresenta un introduttivo perfetto.