Senza volere apparire presuntuoso, leggo in rete delle recensioni di ‘Time’, quasi tutte da webzine italiane, che dimostrano un approfondimento davvero scarso della materia. Probabilmente certa gente non ha mai visto dal vivo i moldavi, mi auguro che si rifacciano al Genova Summer Live questa estate visto che ci saranno anche i Carcass, e non sa bene come definire il loro ibrido tra nu metal e metalcore, semplicemente perché non sanno come viene trattata la melodia e soprattutto quanto sia versatile il pubblico all’estero. La novità più importante è l’abbandono dei fratelli Babich e l’ingresso in line-up della bassista Alice Lane. Un chitarrista in meno avrebbe potuto, almeno in apparenza, fare la differenza ed invece tale assenza si sente poco, un po' perché viene mascherata dalla produzione e un po' perché i maggiori songwriter sono sempre stati Eugene Voluta, responsabile della forte componente industriale del disco, e Vadim Ojog, il cui guitar work è sul serio micidiale. ‘Time’ non è un concept album vero e proprio, almeno come viene inteso nello scenario progressive, però i testi girano attorno alle definizioni di tempo ed evoluzione, a riprova di quanto sia cresciuta anche sotto questo aspetto Elena Cataraga. La sua voce poi è pazzesca. Ripeto, andate a vedere dal vivo gli Infected Rain e vi renderete conto del loro spessore. Ormai Lena è in grado di spaziare da abissi gutturali a clean vocals di ampio respiro e il suo approccio vocale contribuisce a rendere più vario l’ascolto. In definitiva ‘Time’ è il successore ideale di ‘Ecdysis’, un disco maturo, melodico, potente, capace di farvi venire il torcicollo ma anche di sedurvi. Ancora complimenti alla Napalm per avere puntato su questi ragazzi che ormai temono pochi confronti in ambito internazionale.