Prima di scrivere questa recensione ho voluto ascoltare anche il primo album dei tedeschi, che probabilmente non ha ottenuto il riscontro sperato, e devo dire che il suono di questa jazz-prog band si è evoluto in maniera naturale. Le vendite non sono arrivate ma gli addetti ai lavori si sono accorti del loro valore e così ‘From A Fading World’ è promosso da Tonzonen Records, label di tante band di valore come The Sun Or The Moon e Noorvik, nella speranza di guadagnare una maggiore esposizione internazionale. I punti di forza dell’album sono sostanzialmente due. Intanto la voce di Vanessa Gross, che si intreccia con quella del tastierista-chitarrista Lennart Hinz e narra la storia (forse autobiografica..) di Emily, impegnata in una missione eroica e un po’ improbabile. Poi gli arrangiamenti che riescono a fondere psichedelia, art rock, progressive vecchio stampo e divagazioni nel jazz, non solo grazie all’utilizzo del sax, in maniera spontanea e mai noiosa. ‘Day Of Wrath’ e ‘Desert Man/Fading Forest’ si rivelano i momenti più espressivi e coinvolgenti. Sul finale, l’eccentrica ‘Silence Answer Me’ svela qualche dettaglio di quella che potrebbe essere la prossima versione della band.