L’ex-Hexvessel Jesse Heikkinen, attivo anche con gli interessanti The Abbey, sta portando avanti questo sinistro progetto basato su sperimentazioni in ambito neo-folk, doom e black metal, con un taglio progressive e dark che toglie il fiato. In fase di presentazione, Nordvis Produktion parla di un ibrido tra le narrazioni meditabonde di Nick Cave & The Bad Seeds, la creatività avantgarde dei Dødheimsgard ed i canti spettrali dei Dead Can Dance. Per carità tutto giusto, ma ‘From The Infinite Light’ colpisce per originalità e la sua efficacia e tracciare scomodi paragoni ha poco senso per chi scrive. È doveroso invece sottolineare come la visione alla base di Iterum nata si sia evoluta in questi anni. Il quarto lavoro in studio ‘Trench Of Loneliness’ era caratterizzato da una componente psichedelica accentuata mentre nel presente caso pare proprio che il clima tipico delle lande lapponi abbia congelato tutto attorno, un po’ come si evince dalla copertina di Kjetil Karlsen. ‘From The Infinite Light’ narra di un viaggio solitario, ma la presenza di altri musicisti in studio ha aumentato il peso e l'ampiezza dello spettro sonoro, contrassegnandolo come uno dei dischi più ambiziosi e heavy fino ad oggi. Oltre all’esperto di occultismo Richard Kaczynski, Heikkinen ha infatti coinvolto Rob Coffinshaker dei Coffinshakers e Matron Thorn di Ævangelist e Benighted in Sodom ed il concept sulla nascita dell’oscurità e della morte raggiunge il suo apice in corrispondenza delle evocative ‘A Manifested Nightmare’ e ‘Something Truly Almighty’.