Ammetto di non aver capito ancora completamente gli australiani. A volte si danno al metalcore più duro in circolazione, in altri frangenti sperimentano e fanno i nostalgici del crossover (con stereo in copertina che attirerà la curiosità dei fan degli hed(PE) di Jared Gomes). Amano contaminare la loro musica e mettersi continuamente in gioco e stavolta hanno invitato in studio Ice-T per la strabordante ‘Sucks 2 Suck’, singolo trainante il successore di ‘A Quiet Place To Die’ al pari di ‘Bring Back The Noise’, sorretta da chitarre djent e dalla grida insane di Lochie Keogh, e ‘Pretty Boy’, una via di mezzo tra gli Slipknot di ‘All Hope Is Gone’ e gli ultimi Bring Me The Horizon. Rispetto ai lavori precedenti, ‘Half Living Things’ sembra guardare ad uno spettro di pubblico più ampio, ma non pensate che gli Alpha Wolf siano scesi a troppe concessioni commerciali. Al contrario le chitarre sanno essere rasoiate come agli esordi ed il cantato non è uguale per venti secondi di fila. I cambi di tempo sono all’ordine del giorno e l’utilizzo di synth li distingue nella scena internazionale. La prima metà dell'album è costituita di elementi più diversificati come clean vocals, a cura del bassista John Arnold, e singoli adatti alla radio (‘Whenever You’re Ready’), mentre la seconda metà dell'album esplora le radici del quintetto, con la pesantezza totale che tutti conosciamo e adoriamo. Una band che non rinnega le origini del proprio stile e di un suono che può veramente dirsi multidimensionale. Non a caso titoli come ‘Double-Edge Demise’, ‘Half Living Things’ o ‘Ambivalence’.