Cosa c’è da aspettarsi nel 2024 da un nuovo disco dei Melvins? Nulla che già non si conosca, allo stesso modo di quando si attendevano i lavori dei Motorhead o degli AC/DC. Insomma, chi sa a memora la storia della band di Aberdeen, non potrà che leccarsi i baffi dinnanzi a questa nuova opera che, lo diciamo subito, non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto già si sa di King Buzzo e soci. In realtà, però, una novità c’è e riguarda la line up che è stata allargata, visto che per “Tarantula Heart” si registrano le presenze di un secondo batterista come il fenomenale Roy Mayorga (Stone Sour, Ministry e tanti altri nel curriculum) e del chitarrista dei We Are The Asteroids Gary Chester. L’album si apre con una specie di suite kilometrica di quasi venti minuti (“Pain Equals Funny”) che è suddivisibile in due parti: la prima è legata alla forma canzone, mentre la seconda si dipana sotto effetti rumoristici dove noise e sludge vanno di pari passo. Le sperimentazioni e i ritmi cadenzati, venati di psichedelia, continuano con la tellurica “Working The Ditch” e qui la chitarra di Buzzo deflagra come solo lei sa fare. Con “She’s Got Weird Arms” si rientra in un campo quasi minato che ci riporta ai deliri di gente come i Mr. Bungle, molto conosciuta dai “nostri”. Il finale è abbastanza stereotipato per chi conosce i soggetti in questione. “Allergic To Food” è puro frastuono sonoro che piacerà sicuramente agli amanti del genere Fantomas/Dead Cross, mentre la conclusiva “Smiler” è Melvins al 100%. Insomma, come annunciato all’inizio, che cosa c’è da aspettarsi da un nuovo disco dei Melvins? Nulla di più che un disco dei Melvins! Risposta più scontata al mondo non esiste.