“Morning View”, molto probabilmente, è stato l’ultimo grande lavoro degli Incubus. Parliamo di un album rock nel vero senso della parola, pregno di ottime canzoni che hanno saputo resistere all’usura del tempo. Dopo ben ventitre anni, però, la band americana ha voluto rimettere le mani su questo disco, registrandolo nuovamente, probabilmente perché non soddisfatta del prodotto finale dell’epoca. Una scelta questa che non condividiamo, ma rispettiamo. I dischi, a nostro avviso, devono essere figli del tempo in cui sono stati scritti e riprenderli in mano potrebbe significare che gli artisti hanno esaurito da tempo la propria ispirazione. Se pensiamo, ad esempio, alle ultime uscite di Boyd e soci, il dubbio aumenta, ma tant’è e questo è quello che offre il convento oggi. Ad ogni modo, ritornando su “Morning View”, possiamo dire che il nuovo capitolo, che vede la presenza al basso di Nicole Row, non si discosta molto dall’originale. Ci sono alcuni arrangiamenti diversi (ad esempio in “Nice To Know You” o anche in “Circles”), ma tutto sommato la pappa non cambia di molto. Quello che, invece, si nota è la maggiore aggressività delle chitarre che negli ultimi dischi erano state, sostanzialmente, messe in soffitta. Sulla bontà delle canzoni abbiamo già detto. Sono belle, in alcuni casi bellissime, vedi “11 Am” o “Blood On The Ground”. Il riascoltarle ci riporta inevitabilmente indietro con la mente a tanti anni fa, quando questa band sembrava essere sul punto di conquistare il mondo e diventare una vera e propria macchina da soldi, al pari di gente come i Foo Fighters. Poi qualcosa non è andata per il verso giusto e lentamente abbiamo assistito ad un declino artistico quasi inesorabile. Ora, in attesa che esca del materiale inedito (si spera che almeno il sound delle chitarre sia nuovamente appropriato ad una rock band come la loro), ci si becca questa riedizione riveduta e corretta di “Morning View XXIII”. Tutto bello, tutto nostalgico, ma in pratica tutto inutile se andiamo a vedere questo lavoro all’interno di una discografia che da tempo aspetta di essere rivitalizzata.