Un party per fuori di testa quello pianificato da Peter Tägtgren, che non pare essere riuscito totalmente a mettersi alle spalle gli screzi con Till Lindemann. In quel progetto il leader degli Hypocrisy aveva espresso il maggiore tasso creativo negli ultimi tempi e soprattutto si era misurato con uno stile musicale più vario del solito. Nel mentre è uscito ‘Worship’ e Nuclear Blast ha reso disponibile in digitale l’intero catalogo dei Pain per alimentare l’attesa di questo nuovo lavoro che punta forte su singoli come ‘Party In My head’ e ‘Don’t Wake The Dead’, le cui tastiere ricordano i Deathstars di ‘Night Electric Night’. In scaletta troverete omaggi al synth pop degli ‘80s, retaggi industrial dei 90’s e chorus catchy in quantità. Il quadro in disfacimento in copertina è stato dipinto con pennellate di alternative metal, che trasmettono maggiore feeling live rispetto alle prime release, il figlio Sebastian ha composto un paio di tracce e l’atmosfera viene mantenuta sinistra, col tipico sarcasmo del leader che serpeggia nelle liriche. La transizione da ‘Coming Home’ a ‘I Am’, fin troppo lunga, è di conseguenza all’insegna della versatilità, nella speranza che la promozione non si limiti a qualche show nelle solite due o tre nazioni.