La domanda è sempre la stessa. E purtroppo lo è anche la risposta. Quando ci chiediamo quali possano essere le band italiane in grado di fare rock e spaccare dal vivo come le realtà straniere vengono in mente i soliti nomi. Small Jackets, The Loyal Cheaters, Leatherette, The Devils, Casablanca, The Gluts e pochi altri. A questi ogni anno si aggiungono alcune novità come per esempio i fiorentini Spleen oppure i romani Life In The Woods, però il numero rimane risicato. ‘Bang!’ è uno sparo forte, un’esplosione che squarcia l’atmosfera, l’inizio di qualcosa di liberatorio e potentissimo. Gli autori di ‘Ungrateful Heart’ si sono riaffacciati sul mercato con dieci canzoni demoniache, selvagge, rovinose e letali, melodiche ma mai scontate o commerciali. L’anima è quella del garage-punk dei tempi d’oro ed il songwriting di Marco e Nicolò Campana si è evoluto nell’ottica della dimensione live. Le tracce sono tutte guitar-driven ed il tiro è assicurato. Potere contare poi su una sezione ritmica come quella formata da Claudia Cesana, oltre che bellissima di una precisione chirurgica senza mai smarrire il feeling necessario, e Dario Bruno Bassi non è da tutti. E si sente eccome! ‘Soybeans’ e la title track, come nei più discussi film pulp, inaugurano la scaletta con due colpi di scena e, quando arriva il momento delle più calibrate ‘Fight’ e ‘Vampire, A Walk At Midnight’, l’atmosfera è già settata perché l’ascoltatore possa immergersi in una vasca piena d’acqua dal colore blu scuro, tra retaggi stoner, psichedelici e proto-punk, come se dovesse lentamente scomparire e non riaffacciarsi più sulla terra. Il sound è sempre sfaccettato ma heavy da morire, prepotente come si usava nel movimento underground britannico che mise in difficoltà discografici e stampa quando il punk prese il sopravvento su prog e pop. ‘Cade Giù’ rappresenta la prima sorpresa e, prima del finale trionfale di ‘Born & Die’, arriva la seconda con ‘Isabella’, a cui per ovvi motivi tengo tantissimo. Il disco, registrato da Riccardo Zamboni (Giuda) e promosso con un vinile rosa da urlo, è stato presentato allo Shacklewell Arms di Londra ed è inutile aggiungere che se lo fileranno molto di più all’estero. Chi se ne frega! Noi siamo dalla parte dei The Gluts fin dall’inizio e difendiamo con forza l’onore di un gruppo che non si è mai venduto e continua a proporre grande musica per grandi appassionati. Daniele Tarchiani degli Anhima gridava con forza “Spara dritto al cuore. Guardami, hai sempre il sole negli occhi. fatti avanti dai. Odiami, ma butta giù la maschera…” ed è un po’ quello il mood. Picchiare duro, camminare a testa alta e proseguire per la propria strada incuranti della scena mainstream e di tutti gli ostacoli che si porranno davanti.