Dei tedeschi avevamo perso un po’ traccia dopo la pubblicazione di ‘Marseille’, ma sono sufficienti le prime note di tastiera di ‘Bumbs & Bruises’ – gran singolo che sfocia in una melodia non lontana dalle ultime cose di David Bowie - per acclimatarsi di nuovo con il loro ibrido tra pop e indie rock, venato di influenze disparate e mai scontato. Rispetto al lavoro la precedente, si evince un lavoro maniacale dietro a sfumature e produzione ma questo non sembra avere inciso affatto sull’efficacia del songwriting. Al contrario, Marcell Birrek e Marcus Adam rimangono eccentrici ma trovano almeno un paio di spunti in grado di allargare vertiginosamente la loro fanbase. Nella presentazione si leggono riferimanti a dEUS - visti in pessima forma all’ultima edizione di Firenze Rocks – e Motorpsycho e pure Calexico – passati da Pistoia Blues giusto dieci giorni fa – ma sinceramente li trovo inopportuni. É vero che le etichette devono per forza cercare di dare indicazioni, però ‘Sir Mandrill’ è un disco che non va limitato in alcun senso. Il duo ha dichiarato che l'album è stato creato in un momento in cui l'umanità appare quanto mai divisa, le opinioni si allontanano sempre di più e la maggior parte delle opinioni è percepita categoricamente come bianca o nera. ‘Sir Mandrill’ è quindi il riflesso di una attenzione rivolta alla questione di cosa ci definisce essenzialmente come esseri umani e di come siamo sempre simili nonostante tutte le nostre differenze. La voce di Marcell saprà prendervi in ‘Overbalanced’ e ‘Different Lenses’ mentre ‘Without Any Dying Suite’ è un pezzo destinato a crescere parecchio dal vivo e che potrebbe rappresentare una svolta verso il futuro.