Ho avuto modo di conoscere il chitarrista e compositore danese, vincitore di due DMA Jazz Awards, in occasione di una residenza sonora a Berlino e poi grazie alla fantastica musica degli SVIN, una delle formazioni più sottovalutate del panorama avantgarde europeo, di cui vi ho parlato spesso su queste pagine. Adesso, dopo anni di sacrifici e gavetta underground, è nato un tour pianificato assieme al visual designer Piotr Winievicz, che trova in questo solo album la sua traduzione sonora più compiuta. Un lavoro sperimentale, che vede Lars Bech Pilgaard immolarsi su sentieri della Morr Music, sfidare alla distanza un altro musicista imperioso come Conny Ochs oppure tracciare un fervore cinematico più acceso, vista la collaborazione con Mathias Winther Kjeldsen per un documentario che si preannuncia avvincente. Un progetto completo quindi, ricco di sfumature e dettagli, organico, concreto, ma allo stesso tempo visionario e astratto. Improvvisazioni e registrazioni sul campo che abbracciano la natura, lo spirito e la magia della musica. Un flusso di coscienza spirituale che mi auguro possa spingere gli appassionati del genere ad avvicinarsi agli SVIN o addirittura agli H E X e scoprire così un mondo affascinante e coraggioso, in bilico tra folk, art-rock e jazz. Un doppio vinile, impreziosito dall’artwork a cura di Andreas Korsgaard. E edito dalla Mom Eat Dad Records come i full lenght degli Slowburn, un’altra sua creatura con agganci molteplici a queste canzoni.