Gli autori di ‘Vile Birth’ dimostrano di aver compiuto passi in avanti enormi, immettendo sul mercato dieci tracce di portentoso symphonic deathcore, per i puristi del genere ma anche per chi non è necessariamente attratto dal metal moderno, ma ne è incuriosito. L’album è stato prodotto da Matthew K. Heafy dei Trivium, di recente dietro la console anche per Frozen Soul, e sono chiari riferimenti a icone mondiali quali Lorna Shore e Shadow Of Intent. Le canzoni sono ben scritte e costruite attorno a una solida struttura di chitarre gigantesche, breakdown di facile presa e linee melodiche robuste (ottima in tal senso la prova del frontman Lucas Bishop). Nelle stratificazioni compaiono le parti sinfoniche che però non risultano mai dominanti o comunque non coprono basso e batteria. Il groove è sempre mantenuto elevato e la lezione impartita un po’ a tutti dai Goijra è ben chiara nella mente dei ragazzi. La title track, con deragliamenti pericolosi alla Darko e chorus di stampo radiofonico, e ‘Down The Barrel Of Madness’ sono gli apici di un ascolto corroborante, che definisce in maniera molto precisa gli obiettivi di una formazione in grado di emergere dal movimento underground portoghese, come lo hanno fatto i Gaerea e meriterebbero di farlo pure Analepsy e Sinistro. Personalmente avrei scelto difatti una copertina in grado di distinguere di più e puntualizzare il fatto che non siamo al cospetto del solito gruppo americano uguale agli altri.