In attesa che i Wel, autori di una gran prova al Punkz Festival organizzato dai Sunset Radio, si decidano a pubblicare un disco, ‘Superliquidator’ sbaraglia la concorrenza e si impone come una delle release migliori di sempre in un panorama precario come il nostro. I genovesi non sono alla prima uscita, ma nelle loro canzoni è possibile riscontrare la freschezza e la sfacciataggine di una formazione all’esordio, scriteriata, scevra da compromessi, incapace di prendere la strada giusta e desiderosa di rompere le regole. Il bello di questo “giocone” degli anni ‘80, che costava parecchio ma sparava ad oltre otto metri, è che spruzza acqua gelata come farebbero gli addetti della sicurezza dalle transenne di un concerto dei Get Up Kids o dei Social Distortion (ascoltare ‘Tales From The Sea’ per credere). I Cocks hanno un tiro pazzesco, sono nostalgici è vero ma non tanto per scopiazzare chi li ha preceduti quanto per togliersi di mezzo le decine di gruppi punk finti di oggi. Con i computer e le produzioni di plastica si possono fare soldi, ma poi dal vivo la differenza si sente. Qui c’è il basso slabbrato dei Rancid, chitarre che affondano come mannaie ed un refrain melodico più figo degli altri. Alcuni pezzi sono perfetti per essere urlati a squarciagola in auto (su tutti l’iniziale ‘Born In The 90’s’ e ‘Strikeout’) mentre altri risultano più introspettivi (‘Wild Boats’ e ‘Nothing Happened’) o sostenuti da liriche di spessore (‘Our Worst Enemy’) a riprova che di superficiale nei Cocks non c’è niente. In chiusura la spettacolare reprise di ‘Teenage Dirtbag’ dei Wheatus. Per una volta consentitemi una parolaccia. Se non fate vostra una copia di ‘Superliquidator’, non solo perdete un’occasione ma non capite proprio un cazzo!