L’aspetto più curioso di questa release è che i due featuring con Simone Simons degli Epica (‘Dopamine’), tra l’altro in contemporanea nei negozi con un debutto solista pieno di incertezze, e Alissa White-Gluz degli Arch Enemy (‘Ode To The West Wind’) sono quasi superflui in una scaletta molto meno sperimentale rispetto ai due lavori solisti precedenti. Non mancano comunque le sorprese, basti pensare a ‘Soft Revolution (2024)’, chiamata a chiudere una scaletta potente e evocativa. Con i due capitoli di ‘Tales From Six Feet Under’, Charlotte Wessels aveva già dimostrato di sapere dire la propria in seguito alla dolorosa separazione dai Delain ma con ‘The Obsession’ ha saputo spingersi su livelli superiori e punta veramente altissimo sia in termini di popolarità che di credibilità all’interno di un movimento in continua transizione. Al suo fianco tanti musicisti di valore come il chitarrista Timo Somers, il batterista Joey Marin de Boer e la pianista Sophia Vernikov. Alcuni arrangiamenti sono stati curati da Vikram Shankar dei Redemption, che abbiamo imparato a conoscere meglio col progetto Silent Skies, mentre del mixaggio si è occupato Guido Aalbers (Muse, Coldplay). Il risultato è una vera e propria bomba sonora, con tanta elettronica, chitarre al limite del djent, ritratti melodici deliziosi ma anche tanta energia. Il tutto ruota, come logico che sia, attorno alla strepitosa voce della Wessels però ‘The Obsessions’ è quanto di più lontano ci possa essere dai lavori solisti di altre cantanti della scena symphonic metal. É un disco che lascia trasparire tanto lavoro dietro le quinte, una band che suona davvero e una produzione da brividi. ‘Chasing Sunsets’, ‘The Exorcism’ e ‘Serpentine’ sono tra le mie tracce preferite, ma potrei presto cambiare idea tanta è la qualità di questo materiale su cui mi auguro Napalm investa tantissimo. Perché al cospetto di un’artista, e di una bellezza, del genere è impossibile non rimanere ossessionati.