Senza voler togliere nulla alle importati band nel catalogo di Peaceville Records, il progetto di Thomas Eriksen (The Deathrip, Pale Kids, Udåd..) è ormai prioritario per l’etichetta inglese, che ha trovato nella sua musica un aggancio fenomenale col black metal ed in generale il metal estremo del passato. La musica del polistrumentista norvegese è fresca, moderna, carica di vibrazioni rock n’ roll e assolutamente spietata. Tutto il contrario di quanto viene proposto da buona parte delle black metal band di oggi, che puntano solo sul revival e su argomenti celati nella memoria. Partendo dai risultati raggiunti con album mostruosi quali ‘Katedralen’ e ‘Dypet’, Eriksen è riuscito a rendere le proprie composizioni ancora più accessibili e letali. Lo stesso autore d’altra parte ha definito il lavoro come il “culmine di un viaggio in continua evoluzione, nonché come un'espansione creativa sia dal punto di vista sonoro che compositivo.” Influenze melodic death e progressive segnano un marcato contrasto con le origini black e liriche sull’inutilità dell’esistenza umana. C’è però spazio anche per orgoglio e forza in una manciata di canzoni malinconiche e glaciali che hanno visto il contributo dei synth e degli archi di Freddy Holm. I sette minuti di ‘I Tåkens Virvel’ aprono in maniera trionfale una scaletta coesa e organica, i cui apici sono rappresentati da ‘Holmgang’ e ‘Utbrent’, non a caso scelto come anticipazione in rete dell’album. Il clamore suscitato dall’esibizione all’ultima edizione dell’Hellfest conferma come Mork sia un punto di riferimento assoluto nella attuale trattazione sulla materia black.