Il primo full lenght dei finlandesi con il bassista Jukka Koskinen al posto di Marko Hietala porta con sé alcune novità stilistiche, soprattutto in termini di arrangiamenti, e allo stesso tempo può essere considerato un ritorno alle origini. E proprio il tempo è l’elemento chiave di un disco che purtroppo non avrà, almeno per adesso, una trasposizione live. In un pezzo come ‘The Day Of…’ c’è un po’ tutto quello che rappresentano i Nightwish, dall’architettura sinfonica epica al coro di bambini, ma troverete anche un pattern elettronico decisamente anni ‘80 e Floor Jansen che tenta qualche strada diversa a livello vocale. Anche ‘Sway’ propone sfaccettature multiple mentre la conclusiva ‘Lanternlight’ è una canzone d’amore, che si protende verso uno spazio temporale indefinita, tanto che Tuomas Holopainen l’ha definita “..una musica per immortalare i ricordi delle persone più care.” Il meccanismo dell’orologio della vita non cessa il suo movimento e quel rumore ossessivo si fissa nella testa comunque chiodo, trasmettendo ansia e senso di pericolo. D’altra parte ‘Yesterwynde’ è pensato come il capitolo finale della trilogia inaugurata da ‘Endless Forms Most Beautiful’ e proseguita da ‘Human. :II: Nature’ e la produzione, per quanto moderna e potente, non tradirà i fan di vecchia data. ‘An Ocean Of Strange Islands’ e ‘Perfume Of The Timeless’ sono l’emblema di un approccio compositivo nel quale passaggi heavy e diretti sono stati adornati con orchestrazioni lussureggianti. Sulla cantante poi c’è poco da dire. Anche stavolta ha saputo superarsi, dimostrando di avere poche rivali in un panorama symphonic metal che ha ancora bisogno dei Nightwish. Ne ha bisogno pure Nuclear Blast che con ‘Yesterwynde’ tenterà di rimanere a galla dopo un periodo funesto.