Una delle migliori autoproduzioni dell’anno arriva dall’Australia e più precisamente da Perth. Di recente ho avuto l’opportunità di scrivere un libro sul rock australiano e mi sono imbattuto in tanti progetti, gruppi o musicisti dediti ad un hard rock viscerale oppure al prog o alla psichedelia che avrebbero meritato sorte ben diversa. Vere e proprie gemme discografiche nascoste ai più solo perché rimaste nelle strette cerchia del circuito australiano underground. Sono cambiati i tempi, la rete avrà pure qualche lato positivo (anzi questo è proprio il caso in cui i servizi streaming dovrebbero fare il lo dovere..), e mi auguro non succeda lo stesso agli Yomi Ship, che si ispirano al folkore giapponese, non hanno parti vocali ma si muovono con leggiadria assoluta tra The Mars Volta, Pink Floyd, qualcosa dei King Crimson e anche di Tool e Karnivool. Il tasso sperimentale della release è elevato e il suo pregio maggiore sta nel non scegliere necessariamente se prediligere un approccio conservativo, reazionario e nostalgico oppure dare modo ai critici moderni di apprezzare chi la musica strumentale la sa scrivere sul serio. In quel limbo, le dodici tracce che compongono ‘Feast Eternal’ sono capaci di attrarre diverse fasce di pubblico, dagli appassionati di prog rock a chi possiede decine e decine di vinili space rock e ama la musica acida fino all’inascoltabile. Bellissima la copertina e micidiale la coppia chitarrista-batterista formata da Jarred e Nick Osborne, accompagnata, con tanto di sguardi sexy, dalla bassista Jade Champion.