Avete presente cosa è un viaggio musicale affascinante e pieno di sorprese.. Se non possedete una risposta immediata, ci permettiamo di darvi un consiglio. Comprate ad occhi chiusi il concept “Life In The Wires” dei Frost* ed ascoltatelo senza pregiudizi. Vi immergerete in atmosfere liquide, prog e rock che non possono lasciare indifferenti. Il tutto è suonato da questa band che possiede (non stiamo delirando) la maestria tipica dei Dream Theater e la concezione melodica dei Pink Floyd. Insomma, il quadro che ne viene fuori è di quelli che potrebbero sembrare eccessivi nella loro descrizione, ma così non è. Ci sono all’interno di ogni singolo brano, frammenti di altre canzoni che portano a cambi di atmosfere improbabili, ma spettacolari e che non possono non essere apprezzati. “Life In The Wires Part 1” è emblematica in tal senso, grazie ad un ritornello melodico micidiale che si incastona bene con il ruolo predominante che assumono le tastiere che nell’album hanno una parte, addirittura, superiore a quella delle chitarre. “Evaporator” è un gioiello prog che non si può non ascoltare all’infinito, rifinito con classe da una band in stato di grazia e che possiedde delle melodie troppo intriganti. Certo, ci sono anche momenti in cui pare di ascoltare gli ultimi Dream Theater, soprattutto nella seconda parte del lavoro attraverso pezzi quali “Propergander”, ma ci sta ed alla fine non è che il tutto faccia male alle orecchie. In questo viaggio così bello, le tappe migliori, oltre a quelle già descritte, vengono rappresentate dalla solidissima “Idiot Box” in cui si viene investiti da una cascata di note e da un sound quasi tellurico e dalla lunghissima “Life In The Wires Part 2” che è un po' la summa di quello che oggi rappresentano i The Frost*. In questa suite di quasi sedici minuti (mai noiosa) ci sono gli ingredienti che vengono messi a disposizione dell’ascoltatore da Jem Godfrey e compagni che dimostrano di avere davvero una marcia in più rispetto a molti loro colleghi più pubblicizzati. Bellissimo e intrigante.