Un po’ Destrage, un po’ Lacuna Coil, un po’ Volumes e un po’ Suffocation. La formazione guidata da Eliss Hall sa sicuramente intrattenere e questo debutto su lunga distanza è senza dubbio tra le migliori autoproduzioni dell’anno. In Nebraska, lo sappiamo, fa molto freddo e la socialità non è sempre perseguita. Così i ragazzi si sono chiusi in sala prove e hanno tentato di mischiare tutte le loro conoscenze in ambito metal, comprese escursioni in territori estremi, senza dimenticare che elettronica e pop (‘The Craving’) possono essere molto funzionali in ambito compositivo. ‘Counterculture’ è un disco alquanto singolare e variegato, che sarebbe stato incensato a lungo se solo fosse uscito negli anni novanta. Non è così, ma risulta in ogni caso un ascolto molto interessante, vuoi per le parti vocali bizzarre della Hall e vuoi per gli arrangiamenti che non lasciano mai nulla di scontato. Tecnicamente la band può ancora crescere, ma pezzi come ‘Show Me’, ‘Burn It Down’ e ‘Dream’, con Jordan Rush alla chitarra solista, costituiscono una base solida per costruire una fanbase importante e anche la seconda parte della scaletta svela sorprese (‘God Complex’ e ‘Coffee (Reimagined)’. Un passo avanti significativo rispetto ai mini album ‘Only Temporary’ e ‘Chapter II’, in attesa di un tour che ci permetta di valutare le abilità dei ragazzi anche nella dimensione live.