Stamattina sono in ferie. Magari non ve ne puo’ fregare niente di meno, ma credo sia interessante per farvi capire quanto sia bello questo disco. Mi sono alzato più tardi del solito, ho letto qualche pagina del nuovo libro di Emilio Cozzi (ex-cantante dei mitici Kaoslord) sulla geopolitica dello spazio e mi sono preparato un cappuccino. Poi ho dato un’occhiata alle email e nel frattempo messo su ‘In Limerence’ dei Black Doldrums. Un paio di minuti e la giornata è svoltata. Lo stato cognitivo ed emotivo caratterizzato da intenso desiderio per un'altra persona coniato dalla psicologa Dorothy Tennov per descrivere lo stadio finale, quasi ossessivo, dell'amore romantico è stato rappresentato con una quantità impressionante di psichedelia, un numero spropositato di colori sgargianti che di colpo diventano tenui, sporchi, lividi. Come se Bobby Gillespie dei Primal Scream decidesse di scrivere una canzone con Cristina Martinez dei Boss Hog. Il successore di ‘Dead Awake’ (se siete curiosi andatevi a cercare anche la raccolta di demo e outtakes che i londinesi hanno pubblicato in maniera indipendente lo scorso dicembre) è stato prodotto assieme a Theo Verney (English Teacher) e vede Kevin Gibbard e Sophie Landers (spettacolare in ‘Hideaway’) muoversi liberamente tra post-punk (Dio quanto li vorrei vedere sullo stesso palco dei Cold In Berlin..), garage rock, shoegaze e pop. Il loro stile è impossibile da collocare dal punto di vista temporale, nonostante le influenze siano ben chiare, e ciò perché canzoni come ‘Dying For You’, ‘Painting Smiles’ o ancora ‘In Silence’ e ‘Changing Of A Season’ spingono veramente l’ascoltatore in una dimensione che non appartiene al quotidiano. Il basso è stato suonato da Daniel Armstrong (in passato nei Frankie Teardrop Dead di Manchester) e nel mixaggio viene spesso messo in risalto. Questa è la musica che vorreste sentire durante un passeggiata nei lock di Camden. Permette di viaggiare e costa pochissimo.