Stoner rock, psichedelia, trascendenza e materia strumentale. Si presenta così il trio tedesco, che vede tra le sue fila il chitarrista Roniel Müller, vero prodigio non passato inosservato davanti agli occhi di Jan Oberg (Earth Ship, The Ocean), nome tutelare della scena tedesca che ha prodotto e mixato il materiale agli Hidden Planet Studios di Berlino. L’EP di cinque tracce registrato l’anno scorso ha avuto quindi un seguito tramite l’etichetta di Bloodflowers, Noorvik e Glasgow Coma Scale, che non si è lasciata sfuggire un’occasione del genere. Al di là dell’assenza di parti vocali, ormai gli appassionati non ci fanno neppure più caso tante sono le formazioni che hanno dimostrato come si possa fare la differenza anche se un cantante, ‘Goldader’ è un must assoluto per chi è cresciuto con i dischi di Sleep e Electric Wizard, per chi conosce alla perfezione il catalogo della Rise Above di Lee Dorrian (Cathedral) così come le produzioni di Billy Anderson (Crisis, High On Fire). A partire da ‘Pirsch’ verrete trasportati in un vortice oscuro, maledettamente elettrico e spaventoso. La grana di chitarra è micidiale, pensate al Bill Steer in versione Firebird più metal e sporco, e la batteria in costante tiro, a ricordarci che dischi come questo devono essere suonati dal vivo. Un sound violento, essenziale, a tratti pure sofisticato, che trova la sua massima rappresentazione in coincidenza della spettrale ‘Welwitschie’ e delle due parti in cui è suddivisa la magistrale suite ‘Batavische Träne’. I fan della Man’s Ruin, dei Kyuss e dei suddetti Sleep amerano gli Astral Kompakt e si chiederanno come possano essere tedeschi e non americani. Noi non vediamo l’ora di poterli ammirare dal vivo in Italia.