L’incanto che si prova davanti ad una spirale psichedelica viene trasportato in musica da Alessio Ferrari, polistrumentista che si contorna di chitarre, sitar, flauti e percussioni al fine di creare un’orchestra a metà tra le visioni sperimentali degli Efterklang e la musica orientale. ‘Moon Needs The Wolf’ inaugura una scaletta estremamente coesa e devota alla tradizione bhutanese, al folk acido lisergico ed allo stoner. Personalmente ci ho trovato anche degli agganci al jazz, ma comunque ‘Mount Elephant’ ha un’anima rock soprattutto nel coraggio con cui le atmosfere oniriche vengono improvvisamente ricoperte di vernici dai colori più disparati e, almeno in apparenza, dissonanti. Un approccio del tutto singolare che si accompagna allo scorrere della puntina del piatto su un vinile bellissimo, edito dalla Fuzz Club, che solo negli ultimi mesi ha pubblicato dei veri capolavori con ‘Pomegranate’ di Tess Parks’ e ‘In Limerence’ dei Black Doldrums. ‘Thimpu’ e ‘Moon Needs The Owl’ sono altri due passaggi epici dell’album, registrato dalle parti di Parma e in seguito mixato da Chris Smith ai Kluster Sounds (Kikagaku Moyo, Wax Machine). Nel giro di quattro anni il progetto ha compiuto passi da gigante, mantenendo l’etica compositiva e la componente grafica dei primi due lavori, e sarà curioso vedere se riuscirà a carpire l’attenzione del pubblico più attento e meno distratto da ciò che propongono servizi streaming e social.