Un nuovo full lenght a sorpresa, che però non sorprende affatto. Non sorprende perché da diversi anni il rapper originario di Compton domina la scena, praticamente senza rivali. La lite con Drake, tra l’altro amplificata con singoli pazzeschi come ‘Not Like Us’ e ‘Euphoria’, è già passato, così come ‘Mr. Morale & The Big Steppers’, e quello che ci troviamo ad ascoltare è una manciata di canzoni molto varie dal punto di vista stilistico e del flow, colorate quanto basta per andare in classifica e crudeli e letali come se ad averle scritte fosse un rapper emergente appena uscito dal college. É probabilmente questo il pregio maggiore di Kendrick Lamar ovvero sapere produrre il proprio materiale come i più grandi del genere ed allo stesso tempo non avere scordato le sue origini. Sono sufficienti i tre minuti scarsi di ‘Luther’, dove appare SZA, per rendersi conto che siamo di fronte ad una superstar. Il legame con la terra in cui è nato, la politica, il disagio sociale, tante citazioni e tanti ospiti. Tutto questo è ‘GNX’ – ispirato dall'omonimo modello di Buick Regal - a cui hanno messo mano tra gli altri anche Mark Anthony Spears aka Sounwave (Taylor Swift), Jack Antonoff (The 1975), Kamasi Washington, Bridgeaway, M-Tech, Mustard e Rascal. Il risultato è l’album più bello di Lamar assieme a ‘To Pimp A Butterfly’, leggendario e insuperabile. Un album da consumare di ascolti, da prendere come ispirazione per anni, in grado di attrarre sia gli appassionati di pop che quelli di musica alternativa o jazz. Un album subliminale, bollente, che fa riflettere oltre che cantare. Più leggero del solito e quindi per tutti.