Il polistrumentista australiano Horace Rosenqvist, in passato anche con Sadomator e Rose & Taylor, porta avanti la sua personale idea di atmospheric black e folk metal ormai da un ventennio. Questo è il terzo full lenght a nome Aquilus e il secondo del concept ‘Bellum’, la cui prima parte era uscita tre anni fa per Blood Music, con un quadro di Julius von Klever in copertina e samples dal film Il ritratto di Dorian Gray del 1945. La release è stata accolta molto bene nell’ambiente underground e così è arrivato l’interesse della Northern Silence Productions e di conseguenza il passaparola attorno al progetto è cresciuto ulteriormente. Arriviamo così a ‘Bellum II’, immesso sul mercato col dipinto di A. Alvarado a Anaïs Mulgrew e caratterizzato dalla medesima architettura orchestrale, con retaggi di neoclassica più che di symphonic metal spiccio, ma decisamente più concentrato sulla struttura canzone. In fase di mixaggio è stata data priorità alla dimensione live e così percussioni – a cura di Zebadee Scott - e chitarre sono in costante primo piano e pezzi come ‘By Tallow Noth’ e ‘Nigh To Her Gloam’, alimentata da una malinconia di fondo che richiama alla mente i primi Opeth, segnano progressi decisivi ma l’apice a mio parere è ‘My Frost-Laden Vale’, assolutamente letale ed in linea con l’esordio dei Solbrud. La voce operistica è di Annemari Välipelto e la masterizzazione è stata eseguita da Jens Bogren ai mitici Fascination Street Studios di Örebro. Niente di meglio per chiudere l’anno con un songwriting sofferto e decadente, che potrebbe raccogliere consensi pure tra gli appassionati di musica progressive.