Il glam metal, intriso di un cantato che riporta ai primissimi Skid Row, è la ricetta con la quale si presentano nuovamente sul mercato internazionale i tedeschi Nemo!. Questo nuovissimo capitolo della propria carriera pare essere stato scritto e registrato direttamente nel corso degli anni ottanta, soprattutto quando si ascoltano pezzi come “Body Heat” o “Love Reaction” che posseggono dei riff di chitarra che sembrano essere usciti fuori dalle penne dei vari Warren De Martini o Mick Mars durante una pausa delle loro registrazioni di “Reach For The Sky” o “Shout At The Devil”. La differenza sostanziale è che al posto di trovarci dinnanzi ad una voce graffiante come quella di uno Stephen Pearcy qualsiasi, abbiamo quella potentissima di Lorenzo Vicenzo che ricalca molto il primo Sebastian Bach. In tutto questo minestrone, le canzoni, non sempre, brillano per come le si vorrebbe, sebbene in certi casi i richiami al passato e le melodie tipiche di certi contesti hard and heavy riescano a fare centro, come dimostra la solida ballata “Anywhere Anytime”. In altre circostanze, vedi “Light In The Dark”, si entra in territori anonimi, dove manca il ritornello azzeccato che ti farebbe balzare dalla sedia. Nel finale, anche se non ci hanno mai abbandonato all’interno di questo platter, spuntano prepotentemente gli anni ottanta. “Lady” è possente e solida come non mai ed ha un imprinting chitarristico degno del miglior George Lynch, mentre la conclusiva “Russian Eyes” è il classico “lentone” suadente, con tanto di pianoforte, che non può mancare in dischi come “Emotional Metastasis”. Insomma, non c’è nulla di nuovo sotto il sole teutonico. Probabilmente, una maggiore profondità nel ricercare dei ritornelli orecchiabili e radiofonici, come accadeva negli anni di platino del glam, avrebbe dato a questo album un valore ancora migliore. Però, come spesso accade, non si può avere tutto dalla vita.