In inglese si dice “signature”. La firma dell’ex-Nightwish è ben chiara in queste dieci tracce che segnano un’evoluzione rispetto a ‘Pyre Of The Black Heart’. In quel caso si trattava di materiale che non era stato considerato adatto al gruppo principale oppure composto e arrangiato dopo gli screzi nati con Tuomas Holopainen. In questo caso invece si apprezza fin da subito una varietà compositiva accentuata e maggiore coraggio, sia nei testi che nelle escursioni in ambito dark e progressive (‘ Impatient Zero’ e ‘Frankenstein’s Wife’, spunto perfetto per gli amanti del gioco da tavolo Horrified). Alcuni passaggi possono vantare un fervore cinematico spiccato mentre altri episodi risultano più diretti e live-oriented. Ciò contribuisce a rendere l’ascolto intrigante, sebbene manchi un singolo in grado di fare la differenza nelle classifiche. Forse questo non interessa a Marko Hietala, che di soldi da parte ne avrà messi abbastanza, e probabilmente ‘Roses From The Deep’ nasce da un desiderio di sperimentazione e ricerca che nessun riscontro commerciale potrà mai ripagare. Si sa però come funziona il mercato discografico e il duetto con Tarja Turunen (‘Left On Mars’) potrebbe non essere sufficiente ad un’etichetta in crisi di identità per investire così tanto nel progetto.