Brian Warner, in arte Marilyn Manson, ama stupire e tante scelte che ne hanno accompagnato l"illustre carriera, seppure in controtendenza o passabili come veri e propri suicidi commerciali, sono sempre state dettate da questo suo sentimento quasi perverso. Amore quindi. Non solo per lo scandalo anche per le donne (prima l"ex moglie Dita Von Teese adesso la biondina di "Thirteen" Evan Rachel Wood), per la pittura, per il cinema (in uscita a breve termine la sua opera prima "Phantasmagoria") e così via. Che sia un artista a trecentosessanta gradi non lo scopriamo adesso ma forse, più che in passato, Marilyn Manson ha sentito l"urgenza fisica di un cambiamento che ne riproponesse la figura su coordinate decisamente differenti. Sto leggendo recensioni che parlano di umanità e debolezze. Non ci cascate, ci troviamo di fronte al solito artista malato e suadente capace di sbatterti a terra con violenza ma anche di ammaliarti in maniera straordinariamente efficace. Il problema di "Eat Me, Drink Me" non è infatti nell"evidente mutazione di stile semmai nella presenza di almeno quattro tonfi smisurati che ne sviliscono struttura e abbassano la quotazione finale. Scordatevi i pezzi veloci, le linee di basso travolgenti di "Beautiful People" e "Disposable Teens" oppure le ritmiche selvagge di "Fight Song" e cominciate a pensare ad immergervi in soluzioni melliflue a base di cuori spezzati e cocaina che riportano alla mente alcuni pezzi di "Mechanical Animals" ma sanno anche sviluppare una loro personalità. L"iniziale "If I Was Your Vampire" e "Just A Car Crash Away" sono ottimi esempi del nuovo corso e protagoniste assolute del disco. Così anche "Putting Holes In Happiness" e "Mutilation Is The Most Sincere Form Of Flattery" che dimostrano come il Reverendo non sia più disturbante come in passato ma sappia ancora reinventarsi in modo valido. Niente che faccia gridare al miracolo comunque. Poche le intrusioni industriali e molti gli assoli dilatati di un Tim Skold ormai unico riferimento/confronto compositivo dopo l"addio di Madonna Wayne Gacy. Dell"affabile singolo "Heart-Shaped Glasses" colpiscono in negativo le chitarre quasi indie mentre "Red Carpet Grave e la title track lasciano il tempo che trovano per l"incapacità di dare spessore alle melodie proposte. Sempre meglio però di atrocità quali "Are You The Rabbit ?" o "You And Me And The Devil Makes 3" che rappresentano senza ombra di dubbio il punto più basso della carriera del nostro. In definitiva qualche luce e molte ombre per un album che ci riconsegna un Manson amaro e non certo infallibile come un tempo. Questioni di cuore.