Ascoltando "The Curse" si fa tuttora fatica a resistere allo straordinario impeto di quel disco che ha rappresentato un elemento basilare di una rivoluzione sonora che dal Nord America ha riguardato poi tutto il resto del pianeta. Come rimanere indifferenti a tale brutalità unita a un sound di chiara estrazione anni ottanta e un"attitudine hardcore al mille per mille. In quel momento gli Atreyu parevano invincibili, anzi molti sottolinearono le potenzialità ancora inespresse di un gruppo che poteva raggiungere qualunque traguardo. Personalmente non posso sapere quali obiettivi e quali traguardi si siano posti questi ragazzi di Orange County ma posso sicuramente affermare che la loro intraprendenza si sta rivelando totalmente fallace e precaria dal punto di vista qualitativo. Dopo un disco decisamente scarso come "A Deathgrip On Yesterday" e una raccolta inutile gli Atreyu cambiano orizzonte e rivolgono lo sguardo alle classifiche alternative di mezzo mondo. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se questo "svendersi" fosse almeno accompagnato da un"evoluzione artistica. Il termine più adatto è invece il contrario, involuzione, perchè "Lead Sails Paper Anchor" propone composizioni tra le più piatte che abbia sentito negli ultimi anni condite da parti vocali pulite che fanno acqua da tutte le parti, arrangiamenti che si dimostrano poco efficaci - e soprattutto fuori dalle corde dei musicisti in questione - e infine una produzione che perde tutta quell"aggressività primordiale che possedeva il masterpiece citato. Dopo la discreta "Doomsday" la tragedia, il crollo totale. "Honor", "Falling Down" e il primo singolo "Becoming The Bull" rappresentano infatti lo sfacelo completo di un gruppo che non sa più quale direzione prendere e il resto del disco non fa altro che mostrarci come il terribile spettro dei "Linkin Park metalcore", che ci stavamo prefigurando da qualche tempo, sia purtroppo reale. Sorprende la presenza di Josh Todd dei Buckcherry in "Blow".