-Core
Ultraphallus Presents Lungville
Ultraphallus
Self Produced
Pubblicato il 17/10/2007 da Roberto Michieletto
Songs
1. The Electric Something
2. Antibody
3. Lungville
4. She... Disguised As The Worst
5. I And The Surrender Me
6. The Grin
7. City Is Mine
8. The Octopus Song
9. Hands For The Bull Ivy
Songs
1. The Electric Something
2. Antibody
3. Lungville
4. She... Disguised As The Worst
5. I And The Surrender Me
6. The Grin
7. City Is Mine
8. The Octopus Song
9. Hands For The Bull Ivy
Per motivi che ormai trascendono qualsiasi logica e ogni forma di raziocinio applicato al buon senso, e magari pure al buon gusto, succede che nell’odierna era geologica (e forse biologica) una quantità al limite del non numerabile di band assolutamente indegne di suonare anche solo di fronte a se stesse riesca a sottoscrivere un contratto e a pubblicare dischi, mentre formazioni che hanno effettivamente qualcosa di sincero e credibile da trasmettere, siano costrette ad affidarsi all’auto-produzione, supportata da una distribuzione/promozione volenterosa, pur di diffondere i propri lavori. È questo il caso degli Ultraphallus (già il nome promette bene), quartetto belga (Liegi per la precisione) che non vive con il chiodo fisso della contemporaneità o del trend quale soluzione sonora, ma può contare sulla ferma, nonché ferrea, convinzione di sapere cosa vuole e come lo vuole ottenere. Il che si trasforma, dalle intenzioni iniziali, in nove brani che fuoriescono dall’impianto stereo con quella cadenza potente e massiccia, che ti fa capire, sin da subito, con chi hai a che fare. Questa è gente che ha consumato i padiglioni auricolari ascoltando i Melvins, ma che poi ha scelto di non limitarsi semplicemente (si fa per dire) a emulare il gruppo di King Buzzo, ma di applicare tali insegnamenti a una personale calligrafia musicale. Il che ci consente di definire un contesto, che, seppur abbastanza ampio, identifica Ultraphallus quale entità di raccordo tra gli inferi dello sludge, le dilatazioni acide del doom, le fughe irruente dello stoner, la crudele determinazione del noise rock e la feroce ipnosi decadente di certo metal (torna alla mente un’ipotetica mistura tra Crisis e It Is I). Ad esclusione della conclusiva ‘Hands For The Bull Ivy’, che sceglie volontariamente di protrarsi per oltre undici minuti, con tanto di feedback iterato in sfinimento, le altre tracce hanno uno sviluppo spesso comune, pur nella mutevolezza del sound, amalgamando riff ossessivi, groove di granito, break slow, aggressioni ritmiche, cupa decadenza e psicosi mentale. Non solo per chi è in cerca di emozioni forti e sostanziose, ma soprattutto per chi vive il verbo fatto suono nella coscienza superiore della immedesimazione con la trascendenza metafisica del concetto di dogma violento.
Ultraphallus
From Belgio

Discography
Ultraphallus Presents Lungville (2007)
The Clever (2008)
Sowberry Hagan (2010)