01. Schlacht 02. Wildflower 03. All Which is Black 04. 4 AM Breakdown 05. As It Is 06. All Hail the Queen 07. When Your Darkest Hour Comes 08. I Still Hate You 09. One/One/One/Three 10. Die With Me 11. The End of Our Ride 12. Letters From Neverend
Songs
01. Schlacht 02. Wildflower 03. All Which is Black 04. 4 AM Breakdown 05. As It Is 06. All Hail the Queen 07. When Your Darkest Hour Comes 08. I Still Hate You 09. One/One/One/Three 10. Die With Me 11. The End of Our Ride 12. Letters From Neverend
Gli Avatar dovrebbero essere catalogati alla voce “inutility”. Il che, tradotto in parole povere, sta a significare che sono una “cosa” inutile. Non servono a niente, neppure a loro stessi, perché non hanno ancora (concediamo il beneficio della totale immaturità, data la giovane età) la benché minima idea di cosa significhi comporre canzoni tali da reggersi in piedi da sole e la cosa grave è che non riescono a farlo neppure prendendo spunto dai gruppi conterranei, quindi svedesi, che prima di loro hanno lavorato su tali suoni. Che poi sono quelli ormai addizionati anche nei biberon dei neonati e che fanno dell’heavy metal melodico di estrazione scandinava, sia esso legato alla tradizione classica o traslato verso il death, una questione di vita o di morte. La sensazione è che, pur nella sua elementare ripetizione di canoni usurati, il debutto, ‘Thoughts Of No Tomorrow’, dello scorso anno, fosse persino superiore al qui presente ‘Schlacht’, dal momento che allo stato attuale della crescita non sono in grado di sviluppare una propria identità e nemmeno di clonare quelle altrui, rilasciando così un disco che è un pasticcio di sonorità confuse. Come siano finiti a fare da opening band nel prossimo tour di Obituary e Holy Moses non me lo spiego, perché in quanto a valore palesato potrebbero giusto aprire le serate in qualche cantina per alcolizzati cronici nella più buia periferia di Goteborg.