01 - Evil Whales 02 - Egodrive 03 - Servo 04 - Saturazione 05 - Il Techno Re 06 - Contesto 07 - No Air 08 - Megaphono 09 - S-zwein 10 - Signal 11 - Argento 930 12 - Ferox
Songs
01 - Evil Whales 02 - Egodrive 03 - Servo 04 - Saturazione 05 - Il Techno Re 06 - Contesto 07 - No Air 08 - Megaphono 09 - S-zwein 10 - Signal 11 - Argento 930 12 - Ferox
Avevo avuto modo di incrociare i Deflore nel 2006, quando feci parte della giuria del Premio Avanguardia Italiana, a cui parteciparono con il disco di debutto ‘Human Indu[b]strial’. Mi colpirono in maniera rilevante e li votai sino a quando furono in gara, poi i restanti membri della giuria optarono per altre band e mi vidi costretto a soccombere, però quel nome mi rimase impresso nella mente. Adesso si ripresentano con il secondo lavoro e ho così l’opportunità di parlare di una formazione, che vive nella santificazione della compenetrazione ripetuta tra chitarra, basso e apparecchiatura elettronica/programmata, dal che è possibile far scaturire diverse definizioni e portare a galla riferimenti vari (a livello di fonti di ispirazione), sebbene sia più rilevante evidenziare come il duo composto da Christian Ceccarelli ed Emiliano Di Lodovico sia riuscito a sviluppare un sound che ha quale caratteristica rilevante quella di mutare pelle musicale, pur facendo leva su strutture e sonorità che rientrano in un contesto preciso. Nella fattispecie parliamo di un metal industrial, che sa essere sempre ipnotico e ragionato, preferibilmente intento a sviluppare un groove solido e appagante. Inoltre non disdegnano di affrontare tematiche che oserei definire di natura post rock malinconica e granitica rivisitate in chiave ritmica elettronica e meccanicistica, così come non sono immuni da ascendenze psichedeliche alla Chrome, il che non è elemento da sottovalutare, anzi. Infine i Deflore dimostrano di saper comporre canzoni rilevanti e in un simile contesto è il particolare che fa la differenza. Poi aggiungiamo che l’artwork è di Petulia Mattioli, che in ‘Argento 930’ si fanno supportare da Erol Unala di Apollyon Sun e Celtic Frost e che il mastering è stato affidato alle mani sapienti di John Golden (Neurosis, Primus, Sonic Youth, High On Fire, ecc.), però innanzitutto diciamo che i Deflore sono grandiosi.