01. Intro 02. The Grey Man 03. Controlopolis (Rats In The Mask) 04. Killing Music 05. They Must Die Screaming 06. Dripping With Disgust 07. Wrath And Regret 08. As Her Skin Weeps 09. Cold, Deathless, Unrepentant 10. Immaculate Façade 11. Burying The Hatchet 12. Beg, You Dogs 13. Betrayer 14. They Bleed 15. Seeing Through My Eyes 16. Largactyl
Songs
01. Intro 02. The Grey Man 03. Controlopolis (Rats In The Mask) 04. Killing Music 05. They Must Die Screaming 06. Dripping With Disgust 07. Wrath And Regret 08. As Her Skin Weeps 09. Cold, Deathless, Unrepentant 10. Immaculate Façade 11. Burying The Hatchet 12. Beg, You Dogs 13. Betrayer 14. They Bleed 15. Seeing Through My Eyes 16. Largactyl
Potenza sonora devastante elevata al cubo. I Benediction si ripresentano dopo sette anni di silenzio discografico con un macigno che lascerà ammutoliti parecchi ascoltatori, ma in principal modo farà crepare d’invidia quelle band che cercano disperatamente di incidere l’album più massiccio possibile, ma non riescono a risultare tali per limiti oggettivi e che nel caso della formazione inglese vengono spazzati via non solo da un sound che massacra come una mannaia applicata a una motosega, quanto da una superiore intelligenza in fase compositiva. Che si tratti di una tra le migliori realtà genericamente riconducibili al death metal non lo scopriamo certo adesso, ma che riescano ancora (a vent’anni di distanza da quando si formarono in quel di Birmingham) a esprimersi con una tale freschezza e lucidità e collocandosi perfettamente in un ambito ormai mutato e che deve rispondere alle regole espressive del nuovo millennio li porta in alto in una ipotetica graduatoria di tutti i tempi. Anche perché questo mostro che risponde al nome di ‘Killing Music’ (a cui hanno partecipato, tra gli altri, Jock di G.B.H., Karl Willets di Bolt Thrower, Kelly Shaefer di Atheist e Billy Gould di Faith No More) dà veramente l’impressione di essere stato concepito per “uccidere”. La produzione di Mike Kenney di Anaal Nathrakh ha spostato il suono in un contesto più ruvido e “sporco”, ma tale scelta va di pari passo con quella del gruppo, che ha affiancato al death britannico (interpretato nell’ottica di un cingolato che procede inesorabile) una matrice musicale riconducibile al crust-core (non a caso è presente la cover di ‘Largactyl’ degli Amebix) e una gestione delle ritmiche di basso e batteria che palesa una precisione meccanica al limite dell’industriale. A ciò aggiungete un rivestimento granitico oscuro e apocalittico che incombe su ogni singolo pezzo e un pauroso groove blindato e vi troverete al cospetto di un lavoro memorabile.
Subconscious Terror (1990) The Grand Leveller (1991) Transcend The Rubicon (1993) The Dreams You Dread (1995) Grind Bastard (1998) Organised Chaos (2001) Killing Music (2008) Scriptures (2020)