01. Execute 02. Gematria (The Killing Name) 03. Sulfur 04. Psychosocial 05. Dead Memories 06. Vendetta 07. Butcher’s Hook 08. Gehenna 09. This Cold Black 10. Wherein Lies Continue 11. Snuff 12. All Hope is Gone 13. Child Of Burning Time 14. Vermillion pt. 2 (Bloodstone remix) 15. Til We Die
Songs
01. Execute 02. Gematria (The Killing Name) 03. Sulfur 04. Psychosocial 05. Dead Memories 06. Vendetta 07. Butcher’s Hook 08. Gehenna 09. This Cold Black 10. Wherein Lies Continue 11. Snuff 12. All Hope is Gone 13. Child Of Burning Time 14. Vermillion pt. 2 (Bloodstone remix) 15. Til We Die
Dopo innumerevoli ascolti penso che potrei scrivere decine e decine di pagine su questo disco tanto è il trasporto emotivo che ne è derivato e tanti sarebbero gli elementi da sottolineare. Dovendo necessariamente fare una selezione partirò dicendo che "All Hope Is Gone" è il capolavoro estremo dell"anno e un album totalmente diverso da "Vol.3: The Subliminal Verse" seppure a esso complementare. La grandezza degli Slipknot è stata quella di sapere proseguire per la propria strada calpestando i resti del nu metal e trovando conforto nel recupero sistematico e travolgente delle icone musicali e dei generi che hanno ispirato la loro ascesi. Il gruppo dello Iowa seppellisce tutti mostrando una padronanza assoluta in generi quali il thrash e il death che non sono più influenze dichiarate ma travi di sostegno basilari. Il cambio di produttore in favore di Dave Fortman si rivela estremamente funzionale a canzoni che suonano epiche come non mai e libere di esprimere la loro classicità. Al contrario melodia e sperimentazioni vengono a galla con meno frequenza e meno peso rispetto al disco precedente. Addirittura il finale dell"edizione limitata che comprende "Child Of Burning Time", il Bloodstone remix di "Vermillon pt. 2" e la bellissima "Til We Die" sembra quasi irridere allo stremo delle forze di un ascoltatore schiacciato da quanto avvenuto poco prima. Dopo un"angosciante intro si parte con "Gematria (The Killing Name)" e signori dopo anni che scrivo di musica posso assicurarvi che le mie orecchie non avevano mai sentito una batteria del genere. Joey Jordison si erge al di sopra di tutto e tutti sventrando ogni telaio strutturale e qualunque esempio posticcio di canzone. Non c"è scampo dinnanzi alle ritmiche degli Slipknot e quando il clima pare rasserenarsi un attimo ci pensa Corey Taylor in stato di grazia a dare il via all"ennesima calcolata distruzione. "Sulfur", "Psychosocial" e "This Cold Black" rovistano tra le idee di Jim Root, esplodono in tutta la loro forza grazie a percussioni e disturbi industriali e trovano infine il loro riposo introducendo nel primo caso il midtempo "Dead Memories" che richiama a gran voce i Metallica e nel secondo la statuaria "Wherein Lies Continue". Mostruoso anche l"impatto di "Gehenna" e della title track ma arrivati a quel punto non c"è più da stupirsi. Nemmeno di una ballata distorta quale "Snuff" che fa chiaramente l"eco agli Stone Sour e che sembra lontana anni luce anche dai versi subliminali che avevano staccato in maniera netta col primo periodo del gruppo. Il destino è qualcosa da cui non ci si può sottrarre e quindi verrete sistematicamente travolti e ci vorranno dei giorni prima che riuscirete ad ascoltare altre cose. America is a killing name..
Mate.Feed.Kill.Repeat. (1996) Slipknot (1999) Iowa (2001) Vol. 3: (The Subliminal Verses) (2004) All Hope Is Gone (2008) .5: The Gray Chapter (2014) We Are Not Your Kind (2019) The End, So Far (2022)