Credo che per i Cripple Bastards non vi potesse essere modo migliore per festeggiare i venti anni di vita. Innanzitutto perché stipulare un contratto con la Feto Records di Shane Embury (Napalm Death, Venomous Concept, Malformed Earthborn, Blood From The Soul, ecc.) e Mick Kenney (Anaal Nathrakh, Frost, Mistress, ecc.) è un onore e una cosa che “suona bene” nelle loro mani. E poi perché con il quarto disco esteso (EP e split sono innumerevoli) hanno finalmente l’opportunità di proporre un lavoro competitivo sotto ogni punto di vista, registrato come deve essere registrato, presso gli Studio Fredman, da Fredrik Nordström (At The Gates, In Flames, Arch Enemy, Opeth, Soilwork, ecc.) e masterizzato da Peter In De Betou (Misery Loves Co., Hypocrisy, Dismember, Meshuggah, Enslaved, ecc.). E infine perché ‘Variante Alla Morte’ è, non solo per il sound spaventosamente dinamitardo, ma per composizione e scrittura, il miglior album mai prodotto dalla formazione italiana. Ventiquattro fucilate che prendono il grind-core e lo rivoltano da cima a fondo, non stravolgendolo, ma offrendone una prospettiva che sa essere tanto legata al metal quanto alla tradizione hardcore/crust. Questa è l’occasione definitiva per compiere il salto di qualità ultimo, che li colloca sullo stesso piano di entità supreme quali Phobia e Rotten Sound, sia per ferocia musicale che per tecnica esecutiva, dove la velocità non è mai un mezzo o un fine, ma una ragione di vita e la rabbia furibonda con cui i brani vengono interpretati un modo di essere viscerale. Un fottuto massacro figlio della ragione e dell’istinto primordiale.