1- unzen / to disrupt the cycle of the fæces (9:55)2- hans & horses / to unbind father and son (8:35)3- post theophanies / to unbind the son and the holy ghost (8:48)4- destrud mortid / to comply with the cruel contract (8:45)5- algo lagnia / to embrace the rites of masoch (8:35)6- elitotems / odimus profanum vulgus (10:52)
Songs
1- unzen / to disrupt the cycle of the fæces (9:55)2- hans & horses / to unbind father and son (8:35)3- post theophanies / to unbind the son and the holy ghost (8:48)4- destrud mortid / to comply with the cruel contract (8:45)5- algo lagnia / to embrace the rites of masoch (8:35)6- elitotems / odimus profanum vulgus (10:52)
Come venire sommersi da una colata di densa e putrida pece bollente che avanza con inesorabile lentezza verso il corpo di un essere umano irrimediabilmente impossibilitato a muoversi a seguito della frattura scomposta di tutti e quattro gli arti e senza che alcuno possa venire in soccorso del malcapitato. Una mannaia che come in una sequenza in slow motion ulteriormente rallentata sta per calare sulla testa di un condannato a morte per mano del boia, solo che la prospettiva del prossimo defunto è quella di chi sa che la propria vita sta per finire, ma l’attesa è così estenuante che lo induce a implorare affinché il macabro rito termini nel minor tempo possibile, quando invece la sua sofferenza sarà proprio nel rendere tutto ciò infinito. Queste sono le immagini che devono essere accostate a ‘Anœdipal’, catastrofica successione di sei invocazioni sonore da stadio terminale, che prendono forma nel secondo lavoro di P.H.O.B.O.S. dopo il debutto ‘Tectonics’ del 2005. La one man band parigina capitana da Frédéric Sacri porta ad un livello di superiore consapevolezza il devastante matrimonio incestuoso tra la materia meccanica (nella prospettiva industriale che si prostituisce con il metal) sviluppata attraverso inesorabili ritmiche programmate e manipolazioni elettroniche e il frutto della perversione subdola messa in atto dalla chitarra e dal basso nel momento in cui si riconoscono entità supreme nell’illuminazione perversa che si fa sludge e doom. La materializzazione ultima e inarrivabile per coloro i quali hanno il sangue contagiato da ascolti mai abbandonati di Godflesh, Swans, Khanate, Burning Witch, Cable Regime, Splintered, Dead World, Skullflower, Halo e Dogpile. Questo è il suono della definitiva metamorfosi che porta l’essere macchina a diventare essere uomo strisciante. Come una strutturazione grafica di HR Giger che emerge dalla tela su cui è stata depositata dal Maestro. Sottomettetevi al soffocante verbo di P.H.O.B.O.S.