Terzo disco in quattro anni per il gruppo metalcore di Brighton che da qualche mese sembra essere sulla bocca di tutti e oggetto gradito delle dissertazioni di riviste specializzate e addetti ai lavori. "Hollow Crown" segna il passaggio alla Century Media con un album che mantiene le promesse iniziali e presenta una efficace mistura tra "Nightmares" e "Ruin". Rispetto al passato le influenze primordiali degli Architects emergono largamente e quindi nelle ritmiche troviamo riferimenti ai Meshuggah e nelle parti vocali di Sam Carter ai Converge. Rimangono poi le similitudini con realtà metalcore consolidate quali Misery Signals e Underoath sebbene i pezzi migliori di "Hollow Crown" mostrino una maturità compositiva ormai raggiunta e una personalità spiccata. Tra questi l"iniziale "Early Grave", l"altro singolo "Numbers Count For Nothing" e "We"re All Alone" già presente nello split con i Dead Swans dell"anno scorso. In definitiva una conferma importante per un gruppo che dal vivo sa sempre come esaltare il proprio pubblico e col passare degli anni è divenuto più solido anche nelle release in studio.