-Core
The Dreadful Hours
My Dying Bride
Peaceville
Pubblicato il 26/12/2005 da Lorenzo Becciani
Songs
1. The dreadful hours 9:23
2. The raven and the rose 8:13
3. Le figlie della tempesta 10:08
4. Black heart romance 5:24
5. A cruel taste of winter 7:36
6. My hope the destroyer 6:45
7. The deepest of all hearts 8:56
8. The return to the beautiful 14:24
Songs
1. The dreadful hours 9:23
2. The raven and the rose 8:13
3. Le figlie della tempesta 10:08
4. Black heart romance 5:24
5. A cruel taste of winter 7:36
6. My hope the destroyer 6:45
7. The deepest of all hearts 8:56
8. The return to the beautiful 14:24
‘The Dreadful Hours’ si chiama così l’ennesimo capolavoro dei My Dying Bride che segue di un anno e mezzo l’uscita del bellissimo ‘The Light At The End Of The World’. Proprio dal lavoro precedente si deve partire per analizzare a fondo quest’opera dove oltre a un consolidamento del recupero delle sonorità aggressive e minimali di un tempo si riaffacciano prepotentemente le sofferte melodie e le struggenti parti atmosferiche che caratterizzavano ‘The Angel And The Dark River’ e ‘Like Gods Of A Sun’. Una fitta pioggia si abbatte sulle note iniziali della title track che regalano subito un senso di malinconia e solitudine che ci accompagnerà per tutta la durata dell’album. La successiva ‘The Raven And The Rose’ sconvolge con delle parti black da urlo che farebbero comodo ai Cradle Of Filth per riuscire a spaventare ancora qualcuno. La voce di un Aaron davvero da applausi aggredisce, violenta l’ascoltatore in tutti i sensi, sa essere glaciale e scaldare allo stesso tempo. Non ci sono più i violini di una volta (Martin Powell ha lasciato prima che venisse pubblicato ’34,778 per cent Complete’) ma i pesanti tasti dell’organo di una cattedrale introducono la sua fenomenale interpretazione delle ‘Figlie della Tempesta’ vero capolavoro di musica decadente del nuovo millennio. La ferale sinfonia di ‘Like Gods Of A Sun’ ritorna in vita con ‘A Cruel Taste Of Winter’ che riempirà di gioia chi ha fatto dei My Dying Bride una fede. Ancora melodie apocalittiche nella tirata ‘My Hope The Destroyer’ che spalanca le porte a una spettrale visione di tutte le anime che vivono nella loro musica passando da un genere all’altro. Finale da brividi con i 14 minuti di ‘Return To The Beautiful’ passionale rilettura di una traccia del loro epocale debutto ‘As The Flower Withers’ che lascia senza respiro per la capacità di trasportare chi ascolta in una dimensione lontana probabilmente quella dell’incoscio che solo certa musica è in grado di risvegliare. Un vero e proprio album nell’album dove vengono riscritte le regole del gothic e del dark col tocco magico della chitarra di Andrew Craighan che ci regala momenti di altissimo livello tra ispirazione classica e deliri metal. Cosa dire di più ? ‘The Dreadful Hours’ è un album meraviglioso dove ogni canzone è un po’ più bella e avvolgente delle altre, un album che non può essere assolutamente classificato solo come gothic perché spazia in modo incredibile tra doom, dark e black, un album che è come un viaggio senza ritorno verso qualcosa che non conosciamo e che fa paura ma di cui non possiamo e non vogliamo fare a meno. Non ci resta che inchinarci alla grandezza di una delle più influenti band del nostro tempo
My Dying Bride
From UK

Discography
As the Flower Withers (1992)
Turn Loose the Swans (1993)
The Angel and the Dark River (1995)
Like Gods of the Sun (1996)
34.788%...Complete (1998)
The Light at the End of the World (1999)
The Dreadful Hours (2001)
Songs of Darkness, Words of Light (2004)
A Line of Deathless Kings (2006)
For Lies I Sire (2009)
Evinta (2011)
A Map of All Our Failures (2012)
Feel The Misery (2015)
The Ghost Of Orion (2020)
A Mortal Binding (2024)