Parafrasando il titolo del nuovo album Pepper Keenan è tornato tra le braccia di Dio a cinque anni di distanza da quel 'America's Volume Dealer' che sancì l'entrata della band del North Carolina nell'anonimato più crudele. Sembra ieri quando il gruppo supportava i Metallica e invece in tutto questo tempo di cose ne sono cambiate e parecchie. Certe evoluzioni non hanno comunque mai spaventato i Corrosion Of Conformity che hanno deciso di riprendersi le proprie rivincite dopo il mezzo passo falso dell'album precedente. 'In The Arms Of God' non raggiunge certo i livelli di capolavori come 'Blind' e 'Deliverance' ma è ugualmente un ottimo disco in bilico tra influenze stoner e un velato ritorno alle radici hardcore dalle quali emersero più di vent'anni fa. Keenan dimostra di essere ancora in gran forma e il lavoro di John Custer dietro la console è ormai un trademark e una garanzia per il gruppo. Ottimo il primo singolo 'Stonebreaker' ma anche pezzi più complessi come 'Rise River Rise' e 'Infinite War' che denotano una ricerca compositiva che non si è fermata in tutto questo tempo. 'So Much Left Behind' e 'World On Fire' ci riportano invece a qualche anno addietro con un tocco di nostalgia e allo stesso tempo una consapevole affermazione della propria forza mai svanita nel tempo. Sperando che Dio ci riconsegni presto anche i Down..