Devo ammettere che l'attesa del successore di 'The High End Of Low' era rimasta su toni piuttosto bassi fino alla diffusione del video di 'No Reflection'. Mostre di pittura, polemiche sterili e dichiarazioni ad effetto da parte di Evan Rachel Wood ? per il sottoscritto tuttora immortalata nella splendida figura della regina Sophie-Anne Leclerq in True Blood - hanno reso ancora più noiosi questi tre anni conseguenti alla pubblicazione di un album incapace di risollevare le sorti del reverendo dopo 'Eat Me, Drink Me'. L'impatto con 'Born Villain' è eccellente anche se fin da subito l'aggressività primordiale di 'Antichrist Superstar' sembra solo un ricordo. In ogni caso 'Hey, Cruel World' è abile a recuperare il mood sensuale di 'Mechanical Animals' e scatenare all'interno un viscerale sentimento di comunione nei confronti dell'artista che negli ultimi tempi pareva smarrito tra abusi di sostanze stupefacenti e l'insofferenza verso i nuovi trend. Il movimento industrial potrà godere del trasporto emotivo del primo singolo e di 'Pistol Whipped', un brano estremamente voluttuoso che stupisce per produzione e capacità di rimanere incollato alla corteccia cerebrale. L'ascolto prosegue tra pericolosi retaggi di Bauhaus, Birthday Party e David Bowie con brani immediati come 'Slo-Mo-Tion' e 'Children Of Cain' ed altri che necessitano di più passaggi per mostrare tutta la loro potenza espressiva. Tra questi 'The Gardener' e la title track risultano dotate di maggiore potenziale anche se non nutro alcun dubbio sul fatto che i fans più accaniti preferiranno 'Disengaged' e i quattro minuti e tredici secondi di 'Lay Down Your Goddamn Arms' che riportano alla memoria i più grandi successi di una discografia controversa. La cover di 'You're So Vain' di Carly Simon, nella quale appare Johnny Deep, serve soltanto a riavvolgere il nastro e ripartire con l'ascolto di questo materiale viscido molto meno patinato di quanto possa sembrare all'inizio. ?This is a tale told by an idiot full of sound and fury..? afferma Marilyn Manson in 'Overneath The Path Of Misery' e forse è proprio da questo verso di autocritica che è partita la rinascita.