Songs
01. Knuckledragger
02. Idle Hands
03. Punchdrunk
04. Devoured
05. Posthuman
06. Earthmover
07. Dogmatic
08. Underfoot
09. Walk Away
Songs
01. Knuckledragger
02. Idle Hands
03. Punchdrunk
04. Devoured
05. Posthuman
06. Earthmover
07. Dogmatic
08. Underfoot
09. Walk Away
Justin K Broadrick evidentemente sentiva di dover esprimere qualcosa di diverso, qualcosa in grado di esulare dalle escursioni creative di Jesu, dalle derive ambientali di Final, dalle passeggiate elettroniche di Palesketcher o dalla resurrezione di Godflesh (volendo fare riferimento ai progetti che lo vedono attualmente coinvolto). Qualcosa capace di riportarlo a contatto con una realtà sonora più cruda e terroristica e dove sono le macchine a prevalere, per quanto magistralmente pilotate da un essere umano. Forse anche per questo ha deciso di ridare vita a un moniker - JK Flesh - con cui non aveva mai rilasciato un lavoro vero e proprio, ma che aveva utilizzato per alcuni remix o quando era parte di Techno Animal, in compagnia dell?altra mente suprema che risponde al nome di Kevin Martin, e Curse Of The Golden Vampire (in combutta con Alec Empire). Di certo, e questo lo si era intuito prima ancora di prestare orecchio a ?Posthuman? (pubblicato dalla interessante 3by3), tale scelta lo avrebbe portato verso qualcosa di estremamente sostanzioso e ?disturbing? e così in effetti è stato. Le nove composizioni, registrate presso il suo nuovo studio isolato nella campagna nel nord del Galles, sono monolitiche nel senso più esteso che tale termine possa assumere, razionalmente claustrofobiche, minacciose e opprimenti in modo persino fisico, dense di suoni portati alla saturazione e impregnate di una tale oscurità da far rabbrividire. E questo è quanto il disco riesce a trasmettere per tutta la durata, senza mai volutamente cedere di un millimetro, senza pentimenti e riuscendo a non ripetersi in nessuna delle tracce. Justin K Broadrick, ogni volta che concepisce un?opera (per quanto esse possano e possano essere state differenti tra di loro nel corso della carriera) sa perfettamente dove vuole arrivare e quando sceglie una direzione ha sempre i mezzi compositivi e la capacità creativa per raggiungere l?obiettivo ultimo senza indugio alcuno. Nel caso di ?Posthuman? tutto ciò si traduce in un sound che attinge da industrial metal, elettronica malevola e dinamica (si presti ad esempio orecchio alle inaspettate accelerazioni sintetiche della title track), illbient stratificato, drill?n?bass rallentato, drone trasfigurato, dubstep disumanizzato e mettendoci dentro quel sapere mostruoso accumulato nell?esperienza fondamentale (sia chiaro per tutti) citata prima: Techno Animal. Su questi livelli è inarrivabile per chiunque.
JK Flesh
From UK
Discography
Posthuman (2012)