La svolta di 'A Thousand Suns' viene perseguita fino in fondo con un altro disco dove l'elettronica regna sovrana e l'aggressività viene messa da parte in favore di un superbo impatto commerciale. Che lo desideriate o meno questo è l'obiettivo primario di Chester Bennington e Mike Shinoda che più volte si sono espressi in merito al sicuro ampiamento delle prospettive ed alla ricerca di una reazione in un mercato sempre più inerte. La passività del mondo moderno viene affrontata dai californiani con il linguaggio di un tempo anche se le continue sovraincisioni e la produzione di Rick Rubin trasformano il tutto in ottica melodica ritagliando uno spazio davvero mini a tracce come 'Victimized' che tentano di recuperare i ritmi sostenuti di un tempo. Il titolo dell'album riflette liriche più legate alle interazioni personali, alla politica e alla fede ma non aspettatevi una svolta vera e propria. Le canzoni scorrono decisamente più fluide rispetto al concept precedente con picchi qualitativi rappresentati da 'In My Remains' e 'Lies Greed Misery'. In un modo o nell'altro queste due tracce sono specchio delle potenzialità dei Linkin Park di oggi. Un gradino sotto il primo singolo 'Burn It Down' ? una eccellente anteprima di quello a cui andate incontro ? 'Roads Untraveled' e 'Skin To Bone'. In 'Until It Breaks' troviamo Brad Delson dietro il microfono mentre lo strumentale 'Tinfoil' mi ha ricordato qualcosa di James Lavelle a dimostrazione che le influenze della band si sono estese in maniera evidente.