Un paio di mesi fa siamo stati investiti dal nuovo singolo della regina del metal tedesco e sinceramente quell'inno tipicamente anni ottanta non ha lasciato il segno come avrebbe voluto. Almeno all'inizio il materiale dell'ex cantante dei Warlock appariva scialbo e del tutto trascurabile poi sono trascorse le settimane e ci siamo ritrovati a canticchiare più volte quel ?raise your fist in the air? inconsapevolmente rendendoci conto che l'efficacia di certe soluzioni è davvero immortale. Adesso è venuto il momento di ascoltare il successore di 'Fear No Evil' e dobbiamo ammettere che il risultato supera le aspettative. Inutile attendersi qualcosa di innovativo. La ricetta è sempre quella di un heavy metal robusto, ricco di citazioni ai tempi d'oro e capace di ritagliare spazio a giri armonici hard rock di discreto livello. A catturare l'attenzione sono senza dubbio due brani sugli altri. Il primo è 'Rock Till Death' che traduce mirabilmente in musica e parole un messaggio che vale trent'anni di carriera. L'altro è 'Grab The Bull (Last Man Standing)' nel quale spicca la presenza di Gus G., chitarrista di Ozzy Osbourne e Firewind. Modesta invece la partecipazione di Lemmy dei Mötorhead nella power ballad 'It Still Hurts' che avrebbe potuto essere la b-sides di qualche singolo addietro. In poco più di cinquanta minuti non tutto funziona e la seconda parte dell'album è decisamente inferiore alla prima. Doro dimostra comunque di essere in ottima forma, si vede che si diverte ancora e questa condizione rende il suo cantato ancora piacevole. La caratura del bassista Nick Douglas (Chris Caffery) e del chitarrista Bas Maas (After Forever) emerge nelle tirate 'Take No Prisoners' e 'Revenge'. In chiusura 'Hero' rappresenta il doveroso tributo a Ronnie James Dio.