Agli indimenticabili tempi di 'off kilter enhancement' e 'arc'tan'gent' ho seguito in tour gli inglesi avendo modo di conoscere personalmente Karl Middleton e Owen Packard. La loro determinazione mi rendeva difficile pensare che abbandonassero l'ambiente musicale nonostante le numerose difficoltà incontrate. Prima i Blueprint e poi lunghi anni di silenzio hanno impedito agli appassionati di crossover di godere del loro talento ma a qualche mese da 'Cause & Consequence' ecco un nuovo full length prodotto da Romesh Dodangoda. Sono sufficienti 'March Of The Yeti' e 'Preacher' per fare scendere le lacrime. Il cantato di Karl Middleton è qualcosa di incredibile e se qualcuno rimpiangerà l'incedere claustrofobico dei primi tempi altri non potranno che inchinarsi di fronte al suo spettro vocale. Lo spessore melodico mostrato da questa nuova incarnazione della band è spaventoso, il chitarrista Gez Walton ed il bassista Russ Stedman si sono affiatati alla grande con gli altri membri ed il risultato sono titolo come 'Sea Of Blades', 'God Cloud' e 'Horizon's End' che faticherete a togliere dallo stereo. Alcuni retaggi di Deftones e Tool fanno da contraltare a stacchi ritmici tipicamente britannici con 'Andersion' e 'Our Last Sunrise' che potrebbero uscire da un disco degli One Minute Silence. Da brividi i dieci minuti conclusivi di 'Occam's Razor' in bilico tra prog e sludge anche se è la sensazione generale di sperimentazione trasmessa da questo album a rendere epico il ritorno di una band di cui non potevamo fare a meno.