Credo sia impossibile per chiunque abbia amato Sons Of Anarchy scindere il personaggio di Ron Tully dall'artista di 'Antichrist Superstar' e 'Mechanical Animals'. Quelle immagini in bilico tra supremazia ariana, omicidi a sangue freddo, sodomia carceraria e letture appassionate delle poesie di Emily Brontë sono ancora nei nostri occhi mentre 'Deep Six' e 'Cupid Carries A Gun' ci riconsegnano un Reverendo sfrontato e distaccato come sempre ma mai asettico. Il songwriting è tornato vincente anche se mancano i pezzi punk e oltranzisti che ne hanno decretato il successo. E' cambiato l'uomo. E' cambiato il musicista. Soprattutto sono cambiati i tempi e lo shock rock di metà anni novanta adesso comporta reazioni di tutt'altro tipo. Per evitare di cadere di nuovo nell'anonimato e ripetere i passaggi a vuoto di 'Born Villain' si è affidato a Tyler Bates, che ricordiamo autore di colonne sonore avvincenti come quelle di '300' e 'Watchmen' oltre per le assidue frequentazioni con Rob Zombie. Lo scontro tra questi due mondi, in apparenza del tutto diversi, ha generato pezzi estremamente lenti, quasi blues, che flirtano spesso con i Depeche Mode. Nonostante le influenze industrial siano minori e le accelerazioni davvero poche, la tensione viene mantenuta elevata grazie alla produzione ed al mestiere con buona pace dei discepoli più fedeli che parevano rassegnati ad un inesorabile declino. Forse non lo vedremo più dominare le classifiche di mezzo mondo ma il Marilyn Manson di oggi sembra avere goduto del tempo trascorso in mezzo ai bikers e tracce sulfuree quali 'Third Day of a Seven Day Binge' e 'The Mephistopheles Of Los Angeles' valgono i classici che conosciamo a memoria. La visione di 'The Pale Emperor' pare ispirata all'antico impero romano quando autorità di rilievo negavano per la prima volta l'esistenza di Dio e la sessualità veniva considerata parte fondamentale del caos preordinato sussistente. Non certo troppo distante da quello che viviamo tutti i giorni.